Non amo Tornatore e non amo questo film. VE LO DICO DA SUBITO E CI LEVIAMO IL PENSIERO.
Non mi sono mai ritrovato nei suoi film, cosa che può sembrare strana, visto il mio amore per il cinema. O forse è normale che non mi piaccia. Mi ricorda un po’ Zeffirelli, altro regista che non ho mai digerito. Tutti e due mi sembrano due Baricco che si sono dati al cinema. Ah, giusto, anche lui si è dato al cinema. Vado a bere.
Di Nuovo cinema paradiso convincono poche cose. Ovviamente è curato dal punto di vista tecnico, le musiche sono eccellenti, Morricone davvero ispirato. La fotografia di Blasco Giurato (il fratello di quel Giurato al quale state pensando adesso. Sì, proprio lui) è, come tutta la sua produzione, liscia, senza picchi, senza cadute, atona. Si può tranquillamente dimenticare. Pur rimanendo un grande professionista, Giurato appare in Nuovo cinema paradiso lontano dalle vette che aveva raggiunto, per esempio, in Chicken Park, regia di Jerry Calà.
La storia sembra una canzone di Toto Cutugno, scritta proprio per piacere agli americani e puntare all’Oscar. Buoni sentimenti, melassa, controluce, lacrime e tante immagini di film che amiamo… Sembra di vedere il pezzo di Raiuno del trentun dicembre che ti fa vedere le belle cose dell’anno passato.
Ma alla fine che ti rimane? Un bicchiere di spumante in mano, mentre fai un trenino con tuo cognato.
Cosa salvo del film? Beh, confezionato bene, non ci sono dubbi. Poi la musica, come ho già detto. Ma Morricone non ha mai scritto musica brutta.
E poi il grandissimo Philippe Noiret, l’ho sempre amato dai tempi di Zazie nel metrò di Louise Malle.
Una curiosità, all’uscita il film fu un fiasco colossale in tutt’Italia eccetto che a Messina.
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